Bond convertendo: chi emette e cosa sono i bond convertibili?

I bond sono prestiti obbligazionari convertibili e in questo articolo analizzeremo cosa sono i bond convertendo, bond convertibili emessi da FCA, BPM e Telecom Italia.

Cosa sono i bond convertendo?

L’obbligazione è il prestito dato dall’azienda tramite acquisto di obbligazioni e l’emittente paga dopo un determinato periodo all’investitore gli interessi con tassi prestabiliti. Allo stesso modo funzionano i bond convertendo, per cui l’emittente del bond chiede un prestito che sarà restituito all’azionista sotto forma di dividendi societari. Chi compra un bond convertibile prende in carico parte del debito della società, diventando un creditore dell’azienda emittente.

Possiamo definire il bond convertendo come una particolare tipologia di prestito obbligazionario a conversione obbligatoria. A differenza del bond convertibile, il bond convertendo deve essere obbligatoriamente convertito, anche se le caratteristiche di base sono quelle di un normale bond. Il bond trasforma il capitale di debito in capitale di rischio, dato che rappresenta un’azione.

I bond convertendo diventano per forza azioni, mentre i bond convertibili possono essere convertiti in obbligazioni o mantenere la forma di bond. I soggetti coinvolti nella compravendita sono una persona fisica o giuridica, che negozia il bond, e l’emittente deve essere un’azienda.

Come abbiamo visto, i bond convertendo possono essere emessi dalle aziende e sono apprezzati dagli investitori quando l’azienda comincia a soffrire di problemi economici. Si tratta, infatti, di bond con particolari garanzie che permettono all’investitore di tutelare i soldi in caso di fallimento dell’azienda.

Come funzionano i bond convertendo?

Ogni obbligazione convertibile si basa sulla restituzione di un prestito sotto forma di azioni, caratterizzate da prezzi che possono salire o scendere. Il debitore deve rendere al creditore il valore nominale del Bond sotto forma di azione allo scadere dell’obbligazione.

I guadagni che derivano dal bond sono gli interessi che si ricevono sotto forma di cedola ogni mese, tre mesi o 6-12 mesi a seconda di quanto è stabilito nel contratto.

Quali sono alcuni esempi di bond convertendo?

Vediamo ora alcuni esempi di bond convertendo lanciati in passato dalle aziende italiane e in particolare quelli della Banca Popolare di Milano BPM, il bond FCA e i bond di Telecom Italia. Si tratta di bond che al momento della conversione obbligatoria hanno reso i creditori azionisti di queste aziende.

Bond FCA

Nel 2014 tra le prime aziende ad emettere bond convertendo ci fu la FIAT Chrysler Automobiles con un’obbligazione con prezzo di emissione pari a quello di valore. La conversione automatica in azioni era fissata al 7,875% e la scadenza era prevista per il 2016 o a dicembre 2019, quando il creditore poteva comprare o vendere le azioni FCA.

Bond BPM

Prima della nascita del Banco BPM dovuto alla fusione della Banca Popolare di Milano con Banco Popolare fu emesso un bond che, tuttavia, generò molti problemi in fase di conversione. Tra il 2009 e il 2013 BPM aveva emesso obbligazioni e bond convertibili a fine 2013 con un tasso del 6,75%.

Tuttavia, chi aveva investito in bond BPM nella seconda metà del 2012 si era trovato con valori che avevano perso il 70% del loro valore, con un impatto enorme sul futuro della Banca Popolare di Milano fino ad arrivare alla fusione con Banco Popolare.

Bond di Telecom Italia

Un altro esempio di bond convertendo sono quelli emessi nel 2013 da Telecom Italia con scadenza triennale e al momento della conversione in azioni il prezzo del titolo Telecom Italia era positivo, grazie alla continua mutazione del settore delle telecomunicazioni.

 

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